30 giugno 2009

22 giugno 2009

La guerra al tabacco è guerra alla libertà





"La scorsa settimana, un altro progetto di legge è stato approvato e convertito in una legge che ci priva di un pezzetto della nostra libertà e viola la Costituzione degli Stati Uniti. E' stato, ovviamente, fatto per il bene dei figli, e nel nome della salute dei cittadiniSuccede sempre così: quando la vostra libertà è sequestrata, è sequestrato per il vostro bene. Questa è l'opinione di Washington.

Il Family Smoking Prevention e il Tobacco Control Act daranno nuovi poteri su tabacco all'agenzia governativa FDA. Si richiederà a tutti coloro impegnati nella produzione, nella preparazione, nella composizione, nella lavorazione del tabacco di registrarsi alla FDA ed essere sottoposti a ispezioni FDA, una palese violazione del IV emendamento. Oltre naturalmente alla violazione del I emendamento, quando si consente alla FDA di limitare la pubblicità del tabacco in più modi, come ad esempio il divieto di pubblicizzare le sigarette, come light, o come a basso tenore di catrame.

La FDA avrà il potere di pre-analizarre tutti i nuovi prodotti del tabacco, e imporre nuove tasse per i fabbricanti e gli importatori di prodotti del tabacco. Potrà anche regolare la quantità di nicotina nelle sigarette.

Le mie obiezioni al progetto di legge non sono un avvallo del tabacco. Come medico conosco gli effetti negativi sulla salute di questa cattiva abitudine. Ed è esattamente così che il vizio del fumo dev'essere considerato: una cattiva abiturdine e una scelta personale.

Il modo di combattere scelte sbagliate è attraverso l'istruzione e l'informazione. Oltre a garantire che le aziende produttrici di tabacco non turbino o frodino il mercato con i loro prodotti, il governo federale deve rimanere fuori dalle abitudini circa la salute del popolo libero. Regolamenti per i minori dovrebbero essere emanati a livello statale, non federale. Purtroppo, il governo sta usando il suo già eccessivamente invadente ruolo finanziario e legislativo in materia di assistenza sanitaria per aumentare il potere di intervento nel vostro personale stile di vita e di libera scelta.

La maggioranza degli americani, secondo un recente sondaggio di Zogby, pensa oggi che la marijuana dovrebbe essere legale, tassata e regolamentata, e oltre il 70 per cento è a favore delll'uso medico della marijuana. Leggi come questa appena approvata dimostrano in pieno come la strada sia sbagliata. Invece di avere più libertà con la marijuana, ci stiamo muovendo verso il divieto del tabacco. Le nostre carceri sono già pieni di detenuti non-violenti per reati di droga. Quanto tempo ci vorrà prima che nasca un mercato nero del tabacco, che riempirà le carceri con non-violenti fumatori di sigarette?

La canapa e il tabacco erano colture normali per i nostri padri fondatori, quando il nostro paese era appena nato. E' sconcertante vedere da allora quanto lontano da questo paese è arrtvata la libertà. La canapa, anche per usi industriali, e ce ne sono molti, è illegale come coltivazione per tutti. Oggi anche il tabacco avrà più burocrazia e interferenze governative. In questa situazione economica è estremamente sconvolgente vedere questo voler spremere a tutti i costi un intero settore. Bisognerebbe chiedersi se molti piccoli agricoltori saranno costretti a cessare l'attività a causa di questa legge".


Ron Paul

(i commenti sul blog coast2coast)

13 giugno 2009

Faccia nuova, stessa politica

Bella intervista a Ron Paul pubblicata dal sito liberal Huffingtonpost.com sulla politica estera di Obama e la questione della tortura. Il sospetto è che l'unica differenza tra l'attuale presidente ed il suo predecessore sia effettivamente nel colore della pelle. Fosse poi vero, come si diceva, che “Barracks” Obama sia un lontano cugino di Dick Cheney, molte cose si spiegherebbero: buon sangue non mente...
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Kathleen Wells: Come membro della Commissione per gli Affari Esteri della Camera dei Deputati degli Stati Uniti, qual è la vostra opinione su questa questione della tortura?

Ron Paul: Be', è contro la legge – sia la nostra che il diritto internazionale. Quindi, non dovremmo usarla. E sono contro per motivi personali e morali. Penso che sia una cosa orribile. E per quanto riguarda i motivi pratici, penso che abbia assolutamente alcun valore. E se vogliamo sul serio ottenere delle informazioni, usando altre tecniche, in realtà, ne otteniamo di più.

Kathleen Wells: Quindi credete che stessimo usando la tortura nei nostri interrogatori a Guantanamo?

Ron Paul: Non penso che le foto che ho visto fossero false – quelle che sono state rese pubbliche un anno o due fa. E, ovviamente, ci sono altre foto di torture che attirano maggiore attenzione perché rifiutano di rilasciarle, il che significa che deve trattarsi di un vero atto d'accusa per ciò che facevano.

Kathleen Wells: Cosa pensate della decisione del presidente Obama di rendere pubblici i documenti sulla tortura?

Ron Paul: Penso che sia stato un gesto puramente politico. Penso che abbia tradito le promesse. È stato scelto come cambiamento ma è la stessa vecchia roba ed ora, su questa ed altre questioni, è tanto neo-con quanto lo è stato Bush. La guerra è stata ampliata. Continua a tener aperta Guantanamo. Probabilmente si fanno ancora, per quanto ne sappiamo, dei voli segreti di tortura . Abbiamo solo spostato parte di questo procedimento oltremare. Non saremo informati di ciò nel dettaglio.

Kathleen Wells: Ritenete che il presidente Obama sia neo-con come Bush? Non vedete una distinzione fra le due amministrazioni?

Ron Paul: Il tono è diverso, ma le politiche non cambiano. Stiamo spargendo la guerra. La guerra si sta espandendo. Non stiamo perseguendo quelli che hanno eseguito le torture. Guantanamo non verrà chiusa. Quindi no, non la vedo.

Obama ha aumentato il budget del DOD [Dipartimento della Difesa]. È certo che potremmo spendere alcuni di quei soldi nel nostro paese dove la gente sta davvero soffrendo. Ma abbiamo aumentato il budget del DOD, mi sembra, del 10 per cento. Non posso vedere alcun cambiamento significativo nella politica estera. La promessa di lasciare l'Iraq era una piccola promessa e prevedo che non accadrà. Ci saranno truppe in Iraq con questa amministrazione, ne sono convinto.

Kathleen Wells: Perché ne siete convinto?

Ron Paul: Perché penso che nessuno voglia affrontare le difficoltà che potrebbero seguire. I problemi li abbiamo creati noi andando là e quando ce ne andremo, i problemi probabilmente peggioreranno un po'. Allora daranno la colpa all'essercene andati, ma il vero problema è stato andarci. Così, penso che la pressione internazionale che sopportiamo da vari alleati sia così grande che non ce ne andremo. E non aspettatevi che le politiche cambino.

Tutto si svolge come ho detto per anni. La politica estera non cambia con i repubblicani o i democratici. In generale, sono pochissime le politiche che cambiano. C'è molto dibattito e molta retorica, ma le cose continuano come sempre.

Quando c'era Clinton, i repubblicani condannarono il suo problema somalo. Bush disse che non sarebbe stato un costruttore di nazioni e un poliziotto mondiale e appena fu eletto si rivelò molto peggio. Obama dice che Bush è terribile e viene eletto, e improvvisamente, indovinate chi sta incoraggiando Obama adesso? Gente come Lindsay Graham. I veri falchi del Partito Repubblicano si stanno godendo tutto questo. Calcolano di stare vincendo questi scontri.

Kathleen Wells: Potete dirmi cosa pensate del recente discorso dell'ex-vice presidente Dick Cheney sulle tecniche di interrogazione e sulla sicurezza nazionale?

Ron Paul: Non mi aspettavo niente di totalmente nuovo. Ha solo provato a difendere ciò che ha fatto e la sua partecipazione nel corso degli anni. Continuerà a dire che ha salvato molte vite torturando – una cosa a cui non credo neanche per un secondo.

È più probabile che creda a Matthew Alexander ed alla sua posizione sulla tortura. Matthew Alexander era un funzionario implicato. Era nell'aeronautica, ma era là ed ha eseguito oltre 300 interrogatori, ed aveva molto, molto successo. Ma si è rifiutato di obbedire all'ordine di partecipare a qualsiasi cosa di violento o che odorasse di tortura. Quella è la prova che potete ottenere più informazioni, piuttosto che di meno [senza usare la tortura].

Penso che la prova ora la stiano fornendo persone che dicono che la tortura non era intesa per ottenere informazioni. Hanno ottenuto molte informazioni da questi individui – questi pochi, questi tre che ora sono ben noti. Hanno ottenuto molte informazioni da loro prima che fossero torturati. Cercavano di convincerli di dire che c'era un collegamento fra Al-Qaeda e Saddam Hussein per giustificare questa guerra illegale.

Kathleen Wells: Spiegate perché credete che non ci sia differenza fra l'amministrazione Obama e l'amministrazione Bush?

Ron Paul: Nello stile, sono differenti. Il tono è diverso e penso che ci sia un beneficio in questo. Ma le sue politiche non cambiano. Alla fine, sono le politiche che contano. Le forti dichiarazioni contro l'Iran ci sono ancora. E, proprio ora, passando per la nostra commissione (la Commissione Congressuale delle Relazioni Internazionali/Commissione degli Affari Esteri) saranno imposte all'Iran sanzioni più pesanti – in cerca di un altro scontro. E abbiamo preso la posizione di non permetter loro di continuare con i test nucleari, anche se nell'ambito della legge ed anche se fatti pacificamente. Non lo consentiremo. Così no, quella posizione non è cambiata.

Come ho detto prima, in Iraq la guerra non si sta spegnendo. La violenza sta aumentando. E la guerra si sta espandendo in Afghanistan, mandandoci più truppe. Ed ora stiamo cominciando con il Pakistan. E, davvero, tutto il problema del Pakistan è solo un riflesso della nostra politica estera molto, molto sbagliata. Diamo la caccia ai talebani ed alcuni entrano in Pakistan, quindi invitiamo pubblicamente il loro governo a fare questo e quello, insomma stiamo lavorando molto duramente per avere un'altra guerra nel Pakistan.

Kathleen Wells: Cosa avreste fatto di diverso se foste stato presidente? So che eravate uno dei principali candidati presidenziali.

Ron Paul: Avrei riportato le truppe a casa. Li avrei semplicemente riportati tutti a casa. Li porterei via dalla Corea. Li porterei via dalla Germania. Risparmierei centinaia di miliardi di dollari e questo sarebbe un vero stimolo. Per stimolare l'economia, sospenderei immediatamente l'imposta sul reddito per tutti.

Sarebbero soldi nelle mani della gente – che costerebbe meno di queste centinaia di miliardi di dollari per i salvataggi che entrano nelle tasche dei privilegiati che poi ottengono i loro benefit pensionistici e tutte le loro indennità. Farei tutto in modo molto diverso.
La politica estera, tuttavia, sarebbe la grande questione. Bisogna superarla. Togliere le sanzioni ed iniziare a commerciare con Cuba. Non parlarne soltanto, ma cominciare a farlo.

Kathleen Wells: E l'Iran?

Ron Paul: Li tratterei come trattammo i sovietici. Parlammo con loro. I sovietici avevano 30.000 armi nucleari. L'Iran non bombarderò nessuno. Hanno diritto ad avere un po' di protezione. Hanno armi nucleari al nord, al sud, all'est ed all'ovest e qualunque cosa facciano vengono respinti. Ci sono un po' di tizi cattivi laggiù, ma ci sono un po' di tizi cattivi dappertutto.

Khrushchev non era esattamente il tipo più piacevole del mondo ed affermò che ci avrebbe seppellito, addirittura. Persino tipi come Ronald Reagan parlarono con lui e riuscimmo a risolvere i problemi. Il loro sistema economico crollò.

Ciò che dobbiamo fare è prestare più attenzione agli obiettivi di Osama bin Laden. Ha detto, “vi faremo inginocchiare davanti al vostro fallimento trascinandovi qui e prosciugandovi, ed alla fine provocheremo una crisi economica nel vostro paese.” In questo momento sta vincendo. In questo momento gli iracheni si sono schierati molto vicini agli iraniani. Gli sciiti stanno vincendo. I sunniti sono in rotta. Abbiamo armato l'intera regione. Sempre più armi spedite laggiù dal contribuente americano. I sunniti tutti sono tutti armati. È solo una politica estera molto, molto ridicola.

Paxtibi

(i commenti su La voce del Gongoro)

7 giugno 2009

Rand Paul for Senator




Come avevo anticipato su questo blog qualche mese fa, sembra che Randal, il terzogenito di Ron Paul, sia destinato a raccogliere l'eredità politica del padre. Via JCF veniamo infatti a sapere che presto Rand Paul potrebbe candidarsi al Senato.