30 gennaio 2008

Niente Sunshine per Paul

Il Sunshine State ha messo il sigillo definitivo alle ambizioni presidenziali di McCain, e lascia Romney come unico credibile antagonista. Huckabee finisce quarto, superato da Giuliani e dalla sua "splendida" tattica (cui dedicherò in seguito un post ad hoc). Ma mentre il Sindaco di Staten Island (definirlo ancora d'America mi sembra eccessivo) non ha collezionato delegati, Huckabee può ancora giocarsela sperando in un buon risultato negli Stati del Sud. Per Ron Paul uno dei risultati peggiori finora. Il primo prendeva tutti i delegati in Florida. Adesso i repubblicani hanno un altro appuntamento nel Maine, prima del SuperMartedì 5 febbraio prossimo, in cui i cittadini di oltre 20 Stati saranno chiamati al voto

John McCain 693,425... 36.0%... 57 delegati
Mitt Romney 598,152 31.1 0
Rudolph Giuliani 281,755 14.6 0
Mike Huckabee 259,703 13.5 0
Ron Paul 62,060 3.2 0


Per i democratici la competizione era solo virtuale, in quanto il Partito Democratico ha penalizzato la Florida togliendole tutti i delegati, in quanto hanno anticipato la data delle elezioni senza "il permesso" del partito (anche il GOP ha dimezzato isuoi delegati; a questo proposito, possibile sia tanto difficile raggiungere un accordo?). Hill Clinton surclassa in ogni caso Barack Obama, che non dovrebbe fare l'errore di sentirsi già in tasca la vittoria.

Hillary Rodham Clinton... 856,944... 49.7%
Barack Obama 568,930 33.0
John Edwards 248,575 14.4



Questo post è stato scritto in forma ridotta, senza le canoniche dichiarazioni dei protagonisti e senza immagini, per ricordare ancora una volta le vittime del Bloody Sunday

29 gennaio 2008

In fremente attesa /4


Ed ecco la Florida, gli ultimissimi sondaggi danno Ron Paul, Giuliani e Huckabee in caduta libera, non ci resta che aspettare e vedere come andrà a finire.

Per rimane aggiornati è indispensabile come sempre seguire i liveblogging su RDM20 e TRN.

28 gennaio 2008

Test

Visto che Ron Paul ha detto che dobbiamo sfruttare il momento per diffondere idee libertarie, ho pensato di consigliarvi questi due test politici. Il primo è molto rapido, il secondo invece richiede un po' più di impegno.

Sono entrambi in inglese ed entrambi calibrati per gli elettori Usa, ma anche per noi possono andare bene lo stesso, aiutandoci se è il caso con qualche dizionario inglese-italiano online.

LIBERTARIAN

LIBERTARIANS support maximum liberty in both personal and

economic matters. They advocate a much smaller government; one

that is limited to protecting individuals from coercion and violence.

Libertarians tend to embrace individual responsibility, oppose

government bureaucracy and taxes, promote private charity, tolerate

diverse lifestyles, support the free market, and defend civil liberties.

The RED DOT on the Chart shows where you fit on the political map.

Your PERSONAL issues Score is 100%.
Your ECONOMIC issues Score is 80%.
(Please note: Scores falling on the Centrist border are counted as Centrist.)

......................................................................


Come vedete questo test è molto interessante anche perchè offre un nuovo panorama politico: non più solo destra-centro-centro-sinistra, ma una nuova dimensione politica!

Il settore Left-liberal corrisponde alla nostra sinistra, il right-conservative alla nostra destra mentre gli statalisti...beh da noi sono un po' ovunque, e rappresentano gli estremisti cattolici, di sinistra e di destra (i socialisti di tutti partiti, come li ha chiamati chi ne sapeva più di me).

In pratica si dà per scontato quello che in Italia non lo è: che la sinistra sia per le libertà personali, la destra per le libertà economiche, i libertarian per entrambe e gli statalisti per nessuna. Peccato che in Italia la sinistra non ha mai fatto nulla per le libertà personali, la destra per le libertà economiche ha coniato solo slogan, gli statalisti siano al potere da 60 anni e i libertarian (o anche i semplici liberali) siano i grandi assenti del nostro panorama politico.
Un disastro insomma, ma a questo punto dovreste averlo capito da soli.


You are a

Social Liberal
(88% permissive)

and an...

Economic Conservative
(78% permissive)

You are best described as a:

Libertarian (78e/88s)










Link: The Politics Test on OkCupid Free Online Dating
Also: The OkCupid Dating Persona Test


Questo test molto più completo (e complicato) ha il pregio di essere molto più dettagliato nel risultato finale. Come potete vedere dalla prima immagine si comprendono meglio le posizioni delle diverse famiglie politiche.

Bene i miei risultati li avete visti, ora tocca a voi. Potreste scoprire con questi semplici test di essere dei libertarian senza saperlo, come è successo a me qualche anno fa :-)

26 gennaio 2008

Lettera aperta di Carlo Stagnaro

Se qualcuno tra voi segue il sito LewRockwell.com sarà bene a conoscenza delle decine di lettere aperte che sono state pubblicate in sostegno di Ron Paul. Lasciando stare che secondo queste lettere tutti (conservatori, liberali, cristiani, laici, bianchi, neri, hispanici) con la sola eccezione dei comunisti e dei neocon dovrebbero votare Ron, vorrei segnalarvi questo scritto che oltre essere di un italiano, nello specifico Carlo Stagnaro, dell'IBL (qui il suo blog) tocca una parte spesso trascurata ma interessante della piattaforma di Paul, ossia le politiche ambientali ed energetiche.
Buona lettura.

25 gennaio 2008

Muddy waters

Si sono svolti i caucuses in Louisiana, ed è successo di tutto. Orizzontarsi nei meccanismi diabolici del voto nello stato di New Orleans è arduo, gli amici di Italiani per Ron Paul hanno fatto un eccellente cronaca di quanto accaduto, consiglio di dare uno sguardo. Quello che è certo è che Ron Paul è andato molto, molto bene, ieri c'è stata la quanto mai attesa presa di posizione ufficiale dello staff del nonno, aspettiamo gli eventi e i dati definitivi del 9 febbraio.
Tra quattro giorni tocca alla Florida e ieri la Msnbc ha tenuto il suo dibattito, i 5 superstiti hopefuls repubblicani hanno mantenuto un profilo più basso rispetto alle precedenti occasioni, anche Paul è apparso meno accalorato del solito, e nonostante ciò ha di nuovo vinto il dibattito, almeno per quelli che hanno votato da casa alla fine della trasmissione. L'aria che tira pare buona, restiamo in aggiornamento con la R3volution.
PS: A proposito del dibattito di ieri in Florida, è stata data la possibilità ai candidati di formulare una domanda verso uno a scelta tra gli avversari. Ron Paul si è rivolto a McCain, chiedendogli cosa farebbe del Plunge Protection Team, il gruppo di consiglieri che affianca il presidente per le questioni finanziarie, se fosse eletto. McCain casca visibilmente dalle nuvole e comincia a snocciolare i nomi dei suoi consiglieri economici senza rispondere alla precisa domanda di Paul. McCain è lo stesso che ha confuso Putin e la Merkel qualche giorno fa, lo stesso cha pare abbia ammesso che di economia non ci capisce poi molto... A qualche internauta paulista è venuta l'idea geniale di mettere a confronto il veterano McCain con Miss Teen South Carolina, famosissima sul web per quella celebre risposta alla domanda "Secondo lei perchè molti americani non sanno individuare gli USA su un carta geografica?"


24 gennaio 2008

Avanti così

Approfitto del periodo un po' confuso e un po' stagnante per fare il punto della situazione sui sondaggi. Purtroppo non ho ancora trovato dati post-Thompson, ma questa era la situazione a livello nazionale fino all'altro ieri:

(clicca sull'immagine per ingrandirla)


Come vedete Ron Paul è in lenta ma costante risalita anche nei sondaggi che tradizionalmente lo sottostimano, e ora si colloca al 5,2%. Clamoroso a mio avviso il crollo di Giuliani che fino a qualche mese fa sembrava imbattibile.

Sorprendente e confortante invece il recupero di McCain, riusciremo a imitarlo?

22 gennaio 2008

E anche Fred Thompson si ritira!


Meno tre, dopo il ritiro di Duncan Hunter e Tom Tancredo è il turno di Fred Thompson: "Oggi ritiro la mia candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Spero che il mio Paese e il mio partito abbiano tratto beneficio dal nostro impegno. Jeri e io saremo sempre grati per il supporto e l'amicizia di così tante persone".

Speriamo che Giuliani resista ancora un po' , altrimenti alle prossime primarie ci toccherà arrivare ultimi! :-)

E mi raccomando, non dimenticatevi di fare le condoglianze ai ragazzi! ;-)

21 gennaio 2008

Senza parole


Ecco come la Fox ha dato la notizia del 2° posto di Paul in Nevada.

20 gennaio 2008

Spettacolare argento nel Silver State!



Nevada ovvero la parte del leone...


Cioè quella che hanno fatto Hillary Clinton e Mitt Romney, che hanno superato il 50% nei loro rispettivi partiti nei caucuses del Silver State. Fra i repubblicani buona affermazione per Ron Paul, che si piazza secondo (superando il front-runner John McCain) e strappa la Contea di Nye a Mitt Romney. Maluccio Rudy Giuliani, mentre Duncan Hunter ha deciso di abbandonare la corsa presidenziale. Fra i demos, Obama tiene il passo di Hillary (anzi, a causa della distribuzione del voto, rastrella più delegati), mentre Edwards va malissimo.


Nel dettaglio il GOP

Mitt Romney 22,629 ---
51.1%
Ron Paul 6,077 ---
13.7
John McCain 5,641 ---
12.7
Mike Huckabee 3,607---
8.1
Fred D. Thompson 3,518 ---
7.9
Rudolph W. Giuliani 1,907 ---
4.3
Duncan Hunter 890 ---
2 .0

ed i democratici

Hillary Rodham Clinton 5,353 --- 50.7%
Barack Obama 4,771 ---45.2
John Edwards 395 --- 3.7





... e South Carolina, la rivincita di McCain (update)

Fu la Carolina del Sud nel 2000 a dare un colpo mortale alle ambizioni presidenziali di John McCain. Otto anni dopo, il "Palmetto State" dà a McCain uno slancio che potrebbe essere decisivo per la sua corsa alla Casa Bianca. Corsi e ricorsi storici. Ron Paul va maluccio (damn), il risultato di Giuliani è imbarazzante. Anche la Carolina del Sud era uno degli stati "ribelli" che hanno deciso di fissare le elezioni in gennaio contro il parere del Partito Repubblicano, che per questo motivo ha deciso di dimezzare i delegati. Ciò non toglie che il valore simbolico della consultazione era alto. I democratici si contenderanno questo stato il 26 gennaio. Finora il GOP ha tenuto le consultazioni in sei stati (Iowa, Wyoming, New Hampshire, Michigan, ed i due di ieri), mentre i democratici in tre (Iowa, New Hampshire, ed appunto Nevada).

John McCain 143,224 --- 33.2%
Mike Huckabee 128,908 --- 29.9
Fred D. Thompson 67,897 --- 15.7
Mitt Romney 64,970 --- 15.1
Ron Paul 15,773 --- 3.7
Rudolph W. Giuliani 9,112 --- 2.1
Duncan Hunter 1,035 --- 0.2



19 gennaio 2008

In fremente attesa /3

Questa sera tutti a seguire il liveblogging su RDM20 e TRN relativi alle attese primarie in Nevada e South Carolina.

Mentre vi scrivo Paul è terzo in Nevada, con l'11,9% (godo).

Storie dalla R3volution

Con South Carolina e Nevada oggi le primarie repubblicane cominciano ad entrare nel vivo. Fare previsioni è impervio, in rete e sui media si trova qualsiasi cosa, la verità è che nessuno sa davvero cosa succederà da qui alla fine della campagna.

Un paio di storie da questi due stati fanno capire la potenza e la genuinità del messaggio che la R3volution sta spargendo come una pandemia, e a questo punto non resta che sperare che questi valorosi americani non siano solo isolati sognatori.

Ron Paul ha parlato all'Università di Reno, in Nevada, martedì scorso, e un gruppo di studenti ha pensato di accoglierlo trascrivendo l'intera Costituzione americana sul marciapiede esterno all'edificio, un'intera giornata, armati di gessetti, copiando 6000 parole che in realtà hanno un unico significato: LIBERTA'.
Un paio di giorni fa, invece, il Nostro è stato l'unico candidato alla nomination repubblicana ad essere invitato alla Bob Jones University della South Carolina, ateneo ultraconservatore che nel 2000 vide l'incoronazione di Bush da parte degli ambienti evangelici ed il sodalizio elettorale tra la destra neo-con e le lobbies cristiane. Seicento persone all'interno dell'edificio ed una folla imponente rimasta per forza di cose fuori, a testimonianza che almeno una parte di quell'enorme bacino elettorale costituito dalla chiese evangeliche ha voltato le spalle all'attuale dirigenza GOP e apprezza la campagna "laica" e libertaria del settantaduenne, anti-abortista, cristiano virtuoso, Paul. La nonnetta che compare nel video di sotto era presente alla Bob Jones, e le sue parole verso Ron Paul sono commoventi, fanno capire meglio di qualsiasi altra cosa ciò che è in ballo in questa tornata presidenziale.



Tra i giovanissimi come tra gli ottuagenuari, negli atenei liberal come in quelli ultra-conservatori, tra le fila delle chiese evangeliche più fanatiche come negli ambienti più radical, la speranza negli sguardi e l'apprensione nelle parole è sempre uguale, è una sorta di consapevolezza della gravità del momento e dell'opportunità irripetibile che Ron Paul rappresenta di venirne a capo con gli strumenti della responsabilità individuale e della non-violenza. Che Dio ce la mandi buona; ateo come sono, è l'unica cosa che mi sento di dire.

PS: Il nonno ha bisogno di CASH! Chi volesse contribuire direttamente alla campagna di Ron Paul contatti parenti o amici con nazionalità statunitense e li usi come intermediari per le donazioni; si può in ogni caso dare una mano all'organizzazione non-ufficiale a sostegno di Paul, e a questo link trovate tutte le istruzioni per farlo: http://www.moneybombamerica.com/.

16 gennaio 2008

Buone nuove dal Michigan

Romney 337,847 (39%)
McCain 257,521 (30%)
Huckabee 139,699 (16%)
Paul 54,434 (6%)
Thompson 32,135 (4%)
Giuliani 24,706 (3%)


Il Michigan ha scelto Romney e il GOP è nel caos. Figuraccia di Giuliani, in caduta libera rispetto ai sondaggi dei mesi scorsi nello stato di Detroit. Ron Paul raccoglie molto più del doppio dei consensi rispetto al sindaco d'America, e questa mi pare di averla già sentita... In questo caso, la campagna di Ron Paul è stata assicurata esclusivamente dai volontari locali, nonno Ron e tutto il suo staff sono concentratissimi su Nevada, South Carolina e grandi stati, da sabato si comincia davvero a fare sul serio. Il risultato non è affatto da cestinare.
Romney evita la dèbacle e rimane quello con maggiori fondi ma nè lui nè McCain nè Huckabee hanno reali chances di essere in corsa a Novembre, l'uomo da battere rimane Rudy ma se non riuscisse a rimpinguare le casse e riaggiustare i sondaggi allora sarà Bloomberg a togliere le castagne dal fuoco ai repubblicani, e a quel punto Ron Paul non potrebbe evitare una sua candidatura in autonomia e alternativa al CLINBERG.
In vista del Super Tuesday l'organizzazione intorno a Paul sta programmando i prossimi eventi di fund-raising (il primo è il 21 gennaio), si vocifera anche di una marcia a Washington il 4 luglio e in ogni caso pare di notare segnali di cambiamento di rotta nella campagna ufficiale di Paul un po' sottotono fino adesso: insomma, ora che inizia la gara vera Paul premerà di più sul versante comunicativo e organizzativo, fuc*ing bucks permettendo! Niente entusiasmi, nessuna illusione, ma di gettare la spugna non c'è alcuna motivazione, il Dr No è in rampa di lancio e dietro ha migliaia di americani (e non solo) a spingere: come ha detto lui, un capitale invidiabile, di cui nessun altro dispone.

15 gennaio 2008

In fremente attesa /2

Anche questa volta consiglio a tutti di seguire i liveblogging su The Right Nation e Rdm20, per rimanere aggiornati in tempo reale sui risultati delle primarie in Michigan.

14 gennaio 2008

I dubbi dei libertarian su Ron Paul

"Dopo tutto, noi lottiamo contro cento anni di politica statalista, di warfare-welfare, di manipolazione del dollaro da parte della Federal Reserve, di grasso e gioioso complesso militare-industriale e di costante eversione della costituzione."
Ron Paul

Ci sono molti libertarian in America che con ottime argomentazioni non solo non appoggiano, ma addirittura osteggiano Ron Paul.

(Se vuoi, puoi leggere il resto di questo lunghissimo post qui.)

12 gennaio 2008

Ricontare ricontare, come un tuffo in fondo al mare

Per tutti coloro che in questi mesi stanno supportando, chi negli USA, chi in ogni parte del mondo, la campagna presidenziale di Ronald Paul, i risultati dei caucus del New Hampshire sono stati deprimenti.

Certo, combattere contro i giganti delle lobby e delle corporazioni massmediatiche e militari con le uniche forze di un movimento spontaneo e non-violento (ma sempre più crescente, creativo, colorato e appassionato) non ci faceva pensare realisticamente al primo posto.

Certo, avere a che fare con il sistema elettorale più fallace che esista (il voto elettronico è affidato a macchine facilmente manipolabili e di proprietà di corporation non estranee ad un'influenza di parte) non ci faceva pensare realisticamente al primo posto.



Fortunatamente, l'errore - o la frode - è stata tanto smaccata da aver promosso un riconteggio nello stato del NH.

Qualche settimana per i nuovi risultati: ci sarà da fidarsi? Cosa sarà rimasto da ricontare nelle schede di memoria dei congegni elettorali? Usciranno prima del 'Super Martedì' 5 Febbraio (lo Tsunami Tuesday), quando più di 20 Stati voteranno contemporaneamente?

Non dimentichiamoci che il problema della frode elettorale negli Stati Uniti è annoso: c'è chi ha scritto dettagliati libri di giornalismo investigativo e ottimi documentari, come Greg Palast, e chi ha mostrato uno di questi libri all'Università della Florida durante un discorso di John Kerry ed è stato torturato in loco e portato in carcere, come lo studente Andrew Meyer.

Parafrasando il motivo del film di Tornatore "Una pura formalità", speriamo di trovare gioie rare nel tuffo in fondo al buco nero delle macchine Diebold e affini.



11 gennaio 2008

La crisi e la vittoria di Ron Paul

In tutte le campagne elettorali inevitabilmente arriva il momento della crisi.

Ebbene, il momento della crisi credo sia arrivato anche per Ron Paul.

Due a mio avviso le cause principali:

1) La mancata affermazione nel New Hampshire

2) Lo scandalo delle newsletter razziste

In New Hampshire tutti si aspettavano un piazzamento sul podio e un risultato a due cifre, per potersi imporre al grande pubblico come un'alternativa valida e uscire dallo stereotipo del "candidato buffo senza possibilità di vittoria".

Invece è arrivato un risultato dignitoso ma inutile: il quinto posto con il 7,6%.

Difficile capire le cause del fallimento, che probabilmente sono molteplici.

Comunque sia questo ha causato un contraccolpo nei sostenitori del Dr. No, e una parte di loro sembra aver perso fiducia nel movimento e nelle sue possibilità di vittoria. Si sono levate anche critiche alla condotta della campagna elettorale, e in effetti credo che vista l'importanza strategica del voto in NH si poteva e si doveva fare (cioè spendere) di più.

D'altro canto visto che molti sostenitori di Ron Paul sono cospirazioni, non deve sorprenderci che da più parti si siano levate accuse di brogli elettorali e richieste di ricontare i voti contea per contea. Lo stesso Paul afferma in un suo messaggio di oggi che i poteri forti contro cui lotta il movimento sono pronti a tutto per fermarlo, anche a frodare le elezioni.

Del resto però, sempre nello stesso messaggio, Paul ricorda che sono due le battaglie che si era impegnato a combattere: quella culturale e quella politica. Delle due quella più importante secondo Paul è quella culturale, che sostanzialmente è già stata vinta. Finalmente infatti i temi forti dei libertarian sono stati sdoganati e sono diventati un'opzione da considerare anche per il cittadino medio, e non solo per gli iniziati al culto di Murray Rothbard.

Per quanto riguarda invece lo scandalo delle newsletter razziste, devo dire che mi sembra tutto molto strano, quasi surreale. Per chi si fosse perso le puntate precendenti ricordo che un giornalista di The New Republic ha "scoperto" alcune newsletter degli anni '90 intestate e firmate da Ron Paul. Il contenuto è scandaloso, razzista, omofobo, bigotto e stupido. Ron ha precisato prontamente che la newsletter è a suo nome, ma che non è stato lui a scriverla e che non rispecchia il suo pensiero nel modo più assoluto.
Inoltre pare che questa storia non sia affatto nuova, e che venga "scoperta" tutte le volte che Ron si presenta a qualche elezione.

Tuttavia questo scandalo ha causato una forte frattura nella base del movimento, che ha subito defezioni eccellenti anche tra alcuni blogger di peso, che come la maggior parte di noi non era a conoscenza delle newsletter. "Ron Paul il bigotto" sembra essere diventato il marchio dell'infamia.

Il fatto che lo stesso giornalista di TNR abbia affermato che secondo lui Paul non è affatto razzista, non ha cambiato di una virgola la situazione.

A complicare le cose ci si mette anche Paul, che si è sempre rifiutato di fare il nome del vero autore di quelle frasi ignobili. Probabilmente perchè questo ghostwriter è ancora oggi un suo stretto collaboratore.

Questo da molti è considerato semplicemente inaccettabile. Da più parti si chiede "la testa del bigotto" e io non posso che essere d'accordo. Così Paul rischia solo di perdere credibilità, e con le sue scuse poco convincenti di "non ricordarsi chi abbia scritto quelle frasi" di perdere altri supporter.

Paul oggi scrive anche di questo, lasciando intendere velatamente che sono tutte macchinazioni prevedibili che il sistema sta usando per screditarlo e per seminare il caos tra la sua base elettorale. Tutto vero, ma purtroppo questa strategia anti-Paulista sta funzionando alla grande, quindi a mio avviso servirebbe una reazione più energica.

A lezione da nonno Ron

Ieri sera dibattito organizzato dalla Fox in vista delle primarie repubblicane in South Carolina. E' stata una delle migliori performance di Ron Paul che mi sia capitato di vedere, nonostante il tentativo reiterato di ridicolizzarlo. Alla domanda se è consapevole di essere spacciato, dato che non ha nulla a che spartire con la piattaforma dei suoi colleghi repubblicani in corsa per la nomination, la risposta di Paul è da antologia:

10 gennaio 2008

I media italiani parlano di Ron Paul!

Purtroppo per noi si tratta del manifesto. E lo fa secondo il suo immancabile stile.

Scusate il crossposting, spero sia gradito.

9 gennaio 2008

Anche in Germania fredda accoglienza per Ron Paul

Anche nello spazio germanofono europeo impazza la febbre per le primarie americane, ma, proprio come in Italia, il grande assente sui cosiddetti media convenzionali (stampa e televisioni) è e rimane Ron Paul, il controverso candidato libertario dei Repubblicani che va propagandando tesi isolazioniste in politica estera e forti iniezioni di liberismo in politica interna.

A ricordarsi di lui ci pensa, fin dal 18 Dicembre, la principale televisione austriaca ( ORF) a firma del corrispondente da Washington Hanno Settele, il quale non manca di apostrofare Paul per le sue idee stravaganti (che altrove vengono etichettate con l'aggettivo "coerenti") e per il suo presunto miscuglio di Conservatorismo -Ron è notoriamente contrario all'aborto così come molti altri libertari americani- e Liberismo.

A destare l'ammirazione dell'emittente è però la grande forza che Paul riceve da Internet, grazie a cui è riuscito a battere il record di donazioni ad un partito in un solo giorno.
Virtù riconosciute all' Aussenseiter (outsider) americano anche dalla assai distratta testata tedesca Die Welt e dalle svizzere Tagesanzeiger e Basler Zeitung, le quali ammettono tuttavia le assai deboli possibilità di successo di Paul, pronto a candidarsi come indipendente nel caso di sconfitta alle primarie-caucus. Sono molte poi le piccole testate online che si occupano di questo " Internet-Phänomen" (il più cliccato tra tutti gli sfidanti repubblicani e democratici messi assieme) che si vanta, alla veneranda età di 72 anni, di sapere usare il Web 2.0 e You Tube.

Proprio per questa sua dimensione sempre "online", viene accidentalmente citato da Die Zeit in un articolo sullo spam nelle caselle di posta... Non proprio un buon biglietto da visita.
Altrettanto irridente appare l' articolo di Die Welt su quelli che si ipotizzano essere i "principali avvenimenti" del 2008: in Giugno, tra le altre cose, si inserisce Ron Paul tra i candidati più in rimonta tra i repubblicani... Caustico, invece, il commento sul personaggio fatto da Gabor Steingart, editorialista per Der Spiegel dagli Stati Uniti. "Chi parla con Paul, ha subito l'impressione di avere a che fare con un fanatico. L'ex ginelocogo che dice di aver messo al mondo più di 4000 bambini, è piuttosto scorbutico, scostante e prepotente. Non si può certo sostenere che sia stato un uomo affascinante. Comunque sia egli è un politico interessante per non dire capace. Nonostante Paul non abbia la benché minima possibilità di farcela, continuano ad arrivargli messaggi di simpatia e di solidarietà nonché fondi per la campagna elettorale. Perché? – si chiede Steingart – Perchè candidati come lui danno linfa vitale al processo politico, perchè la sua eccentricità stimola il cervello e semplicemente offre quello per cui la democrazia americana si differenzia dalla russa: la scelta".

Per rendere perfetto l'articolo mancava soltanto un endorsement per Ron e un link ai suoi fan in terra di Germania.

Germanynews

(commenti sul blog di Germanynews)

Aiutatemi a capire

Non sono un politologo nè un sociologo, di teorie sul comportamento degli elettori o sulla formazione delle preferenze nel voto a maggioranza so poco o nulla, pertanto mi trovo in notevole difficoltà ad analizzare i risultati del New Hampshire.

A naso, un elettore razionale dovrebbe formulare le proprie decisioni massimizzando la sua utilità, essendo vincolato da costi sia di tipo materiale che di tipo informativo. Ora, massimizzare la propria utilità dovrebbe portare un elettore a votare per il candidato le cui proposte sono più vicine alle sue idee o necessità socio-economiche, mentre affrontare i costi del voto vuol dire sopratutto spendere tempo e consumare le suole delle proprie scarpe per andare a votare, e principalmente cercare le informazioni necessarie per giungere ad un voto mediamente consapevole. In uno schema del genere poi le complicazioni sono notevoli, e riguardano tra le altre la composizione dell'"offerta" di canditati, ed il forte disincentivo a partecipare che è generato dall'incoerenza dei candiati stessi e dalla scarsa rilevanza marginale che viene imputata al singolo voto negli attuali sistemi democratici.

Con questo povero bagaglio strumentale mi sono messo a riflettere su quanto accaduto finora negli USA e mi sono perso. In Iowa la gran parte degli elettori repubblicani è cristiano-evangelica, lavora nel settore dell'agricoltura sussidiato con enorme generosità dal Congresso, naviga poco su internet e utilizza massicciamente la tv come primo canale di informazioni al momento del voto. Ron Paul ha speso poco tempo e denaro in Iowa, proprio per le considerazioni di cui sopra, ed i sondaggi lo davano intorno al 4-5% fino a tre giorni prima dal voto. Il sistema di voto poi era particolarmente complicato, non dava grande spazio ai nuovi elettori e ai non iscritti al GOP essendo orchestrato in modo da essere gestito tutto internamente al Partito Repubblicano e ai suoi rappresentanti a livello locale. Ron Paul ha ottenuto il 10% dei voti, senza mai utilizzare la religione come strumento di raccolta del consenso, criticando come sempre l'assistenzialismo governativo, essendo ignorato perlopiù dai media, riuscendo nonostante la partecipazione record e il meccanismo del caucus a lui sfavorevole a piazzarsi a pochissimi voti dal terzo posto, vincendo nella Jefferson County e raggiungendo la doppia cifra.

Il New Hampshire è considerato stato libertario per eccellenza (LIVE FREE OR DIE), l'elettorato indipendente è la maggioranza, Ron Paul ha focalizzato molti dei suoi sforzi lì ed aveva il sostegno di pezzi non secondari del GOP. I sondaggi lo segnalavano intorno al 12-14 % incoraggiando la partecipazione di quelli che non davano molte chances a Paul pur sostenendolo, c'era il risultato dell'Iowa a dare "momentum" come si dice, un imponente stuolo di supporters spoentanei e una presenza sui media più consistente, con l'apparizione da Jay Leno il giorno prima a sottolinearlo. Il voto era facilmente accessibile ai repubblicani non iscritti, agli indipendenti e ai giovani che non avevano mai votato in precedenza. Il risultato è stato un 7,6 % che lascia parecchio l'amaro in bocca.

Una possibile (ma improbabile) spiegazione sta nella partecipazione altissima al voto che avrebbe diluito il consenso verso Paul, ma non si capisce perchè questo fattore dovrebbe agire in maniera opposta in New Hampshire rispetto all'Iowa. Forse a caldo è tutto più complicato ma mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse come siano andate le cose. Si potrebbe semplicemente concludere che l'elettore in realtà non sia affatto "razionale" nelle sue scelte, il che spiegherebbe tutte le incogruenze suggerite dal mio ragionamento, la preferenza verso candidati che dell'incoerenza hanno fatto qualità, e tutte le altre ambiguità sull'effetto dei sondaggi prima del voto, sull'esposizione mediatica e tutto il resto. Se fosse così, poi, anche il fattore Chuck Norris acquisirebbe tutta un'altra rilevanza. Che qualcuno risolva il rompicapo, grazie.

Casa Bianca 2008, NH: quando il gioco si fa duro...






... I Clinton si mettono a giocare. Nonostante tutti i sondaggi che davano Obama sopra di 2.000 punti su Hill, il responso dei seggi è inequivocabile: Clinton rules. Nel Granite State non c'è partita neanche fra i repubblicani, dove il reduce John McCain si impone nettamente, risultando il più votato in 8 contee su 9 (fa eccezione Rockingham County dove per un punto percentuale si impone Mitt Romney). Praticamente scomparso Fred Thompson.

Vediamo nel dettaglio i democratici:

Hillary Rodham Clinton 39.2%
Barack Obama 36.4
John Edwards 16.9
Bill Richardson 4.6
Dennis J. Kucinich 1.4

e poi i repubblicani:

John McCain 37.2%
Mitt Romney 31.6
Mike Huckabee 11.2
Rudolph W. Giuliani 8.6
Ron Paul 7.6
Fred D. Thompson 1.2
Duncan Hunter 0.5


John Edwards: "Rimarrò in corsa fino a che non avrò riportato in vita il Sogno Americano"

Mitt Romney: "Combatterò per ritornare qui in novembre da candidato presidente"

Rudy Giuliani: "Questo è solo l'inizio: ci sono molti altri Stati in cui correremo ed in cui prevarremo"

Ron Paul: "Siamo sulla strada giusta"

John McCain: "Abbiamo mostrato al popolo americano cosa significa una vera rivincita"

Hill Clinton: "Ho il cuore pieno di gioia. In New Hampshire ho ritrovato la mia voce"

Barack Obama: "Ho sempre il fuoco addosso. Sono pronto a ripartire".

InVisigoth the BountyHunter


(Questo post può essere commentato sul blog Coast2Coast)

8 gennaio 2008

Accuse false e strumentali


Chi mi conosce sa che sono ateo e anticlericale*, ma oggi quando ho aperto il paginone centrale di un quotidiano mi sono trovato di fronte a una immagine del pontefice che mi ha turbato.

Capelli sparati in aria alla Sex Pistols, vestiti spiegazzati dal vento, una smorfia che gli deturpava il volto alla Palpatine. Mi ha dato fastidio, non per il Papa ma per il principio. E' infatti abitudine dei giornalisti usare foto "strane e bizzarre"dei personaggi che si vogliono attaccare o criticare, ed è una cattiva abitudine. Una stupida, cattiva abitudine. Ormai per me le foto sono diventate una spia di allarme per gli articoli: più brutte sono le foto meno imparziale è il brano.

Quando ho visto segnalato da TRN il link di due articoli contro Ron Paul, uno di The New Repubblic e uno di Pajamas Media , mi sono ovviamente fiondato a leggerli. Ma visto le due foto di Paul usate negli articoli, mi è subito passata la voglia e ho chiuso il browser.
Era chiaro infatti che si trattava di due articoli distruttivi, scritti con intento denigratorio. Bullshit, come prontamente detto da un commentatore.

Ecco comunque la pronta replica di Paul:

The quotations in The New Republic article are not mine and do not represent what I believe or have ever believed. I have never uttered such words and denounce such small-minded thoughts.

In fact, I have always agreed with Martin Luther King, Jr. that we should only be concerned with the content of a person's character, not the color of their skin. As I stated on the floor of the U.S. House on April 20, 1999: ‘I rise in great respect for the courage and high ideals of Rosa Parks who stood steadfastly for the rights of individuals against unjust laws and oppressive governmental policies.’

This story is old news and has been rehashed for over a decade. It's once again being resurrected for obvious political reasons on the day of the New Hampshire primary.

When I was out of Congress and practicing medicine full-time, a newsletter was published under my name that I did not edit. Several writers contributed to the product. For over a decade, I have publicly taken moral responsibility for not paying closer attention to what went out under my name.”


Chissà perchè Ron Paul è il candidato più maltrattato dai media. E' davvero strano no?

Un'ultima cosa: Ron Paul non è uno strano tipo venuto da Marte, ha lavorato per anni al congresso, per lui parlano i fatti.

Vi invito a giudicarlo, bene o male, basandovi sui dati certi e non sulle illazioni.

Hat tip: Andrew Sullivan


* a dire il verso sono filosoficamente agnostico e per il clero nutro indifferenza, mi limito a rispondere agli attacchi. Ma le etichette sono etichette.

In fremente attesa


Consiglio a tutti di seguire i liveblogging su The Right Nation e Rdm20 sulle primarie in New Hampshire.

7 gennaio 2008

Live Free Or Die

Questo succedeva in New Hampshire ieri sera, supporters di Ron Paul incazzatissimi per l'esclusione del Dr. No dal dibattito organizzato dalla FoxNews. Tutti volontari, tutto organizzato spontaneamente, nessuna TV a filmare. Ecco a voi il non-fattore Paul.

6 gennaio 2008

Cosanostra Pizza

Recentemente ho aggiunto alla mia lista di banner anche quello della Ron Paul R3volution, in quanto ritengo opportuno sostenere un candidato che ha permesso al libertarismo di divenire mainstream e di ambire addirittura alla Casa Bianca. Ron Paul, per quanto riguarda le questioni di politica interna, è senza dubbio il migliore dei candidati repubblicani, nonostante alcune volte le sue belle minchiatine le dica anche lui, pur trattandosi sempre di giudizi personali e mai di scelte politiche. Ma per quanto riguarda la sua visione in politica estera, ossia l’isolazionismo, a mio parere ci troviamo di fronte ad una serie di posizioni del tutto ideologiche, giustificate spesso da artifici logici del tutto incomprensibili. Ultimamente va di moda riportare, sui siti che supportano Ron, la sua frase antiwar che riguarda l’Italia:

Se gli Usa subissero un attacco mafioso, dovremmo forse bombardare l’Italia?

Ovviamente la risposta è no, ma ciò non toglie che questa uscita sia comunque una cazzata. Se infatti il governo italiano finanziasse “Zio Enzo” allo scopo di colpire gli USA con attacchi terroristici, allora la risposta alla frase di prima sarebbe senza dubbio: ”Sì, dovremmo bombardare l’Italia”. E poi, sinceramente ancora non capisco come l’isolazionismo possa creare realmente una situazione di pace nel mondo. Immaginate che le truppe americane vengano ritirate da tutto il Medio Oriente e ora immaginate Israele lasciato solo in mezzo a paesi ostili (nonchè fondamentalisti) magari armati nuclearmente. Capisco che le radiazioni in Texas probabilmente non arriveranno, ma a me Ken il Guerriero piace vederlo in tv, non certo fuori dalla finestra.

Jinzo


(Commenti e critiche sul blog Snow Crash, dove il post è stato pubblicato originariamente)


5 gennaio 2008

Tifosi o cosa?

Carissimi, approfitto del Sabato, approfitto della brevissima pausa dopo i botti in Iowa, per buttare lì una domanda, magari uno spunto; tutti tifosi di Ron Paul, questo vecchietto che ci piace un sacco, che, viste le polemiche retrive sulla 194 del neo-con Ferrara, anche sull'aborto pone risposte concrete, davvero riscontrabili nel nostro vivere quotidiano ( commenti precedenti di Invisigoth per chiarire). Ma solo questo, solo tifosi? O qualcosina di più? Io personalmente provengo da una cultura diversa da quella libertaria ( anche se la biblioteca sta cominciando a riempirsi di Rothbard), ma credo che questa piccola esperienza di blogroll per Paul debba stimolare un dibattito più amplio tra le "menti" liberatarie, anarco-capitaliste, paleocon, jungeriane ( mi ci metto così via!) del nostro paese.
In rete noto tante esperienze, più o meno, tutte compresse nell'applicazione scientifica della Scuola austriaca; a mio giudizio tutte davvero poco adatte ad incidere seriamente ( non dico nulla poi delle varie realtà più propiamente politiche). Vi chiedo un giudizio allora: tifosi o altro?
Corto

4 gennaio 2008

Facciamo l'America Grigia!

Ron Paul conquista due delegati alla convention Repubblicana di Settembre dopo il voto in Iowa. Il risultato finale è un quinto posto in doppia cifra (10 %) che non è l'inizio col botto che si auspicava da queste parti ma è un buon trampolino per il New Hampshire e per tutto quello che seguirà. Gli ultimi sondaggi davano Paul e McCain in lotta per il terzo posto, alla fine è risbucato l'attore di Law&Order Fred Thompson che rumors di ieri davano in procinto di lasciare la corsa a meno di un terzo posto in Iowa... Ron Paul si aggiudica il doppio dei delegati di Rudy Giuliani (fatecelo dire), ottiene la maggioranza dei consensi fra chi si definisce politicamente "indipendente" e la maggioranza relativa nella fascia d'età dei più giovani. La cartina che trovate a questo link mostra il voto nelle singole contee dello stato rurale dello Iowa. Il rosso indica la vittoria del teleimbonitore evangelico Huckabee, il giallo la vittoria di Romney, la macchia grigia in basso a destra invece indica la vittoria del libertario intransingente Dr. No Ron Paul, unico candidato fra gli "sconfitti" a riuscire a prendere la maggioranza dei voti in una contea, per la precisione la Jefferson County, e con un nome del genere non poteva andare diversamente. Keep going RON!

3 gennaio 2008

Prima vittoria alle primarie!

Purtroppo non è (ancora?) l'Iowa, ma intanto Ron Paul ha vinto le primarie repubblicane su Myspace, sul versante democratico invece ha vinto Obama:



Ma del resto su internet non c'è mai stata partita :-)

2 gennaio 2008

Begin the Begin

Domani è il gran giorno, al via le primarie con lo stato dell'Iowa. L'ultima volta la partecipazione qui è stata minima, dell'6-7%. Pertanto il candidato che più riuscirà a mobilitare i propri sostenitori vincerà. I sondaggi sono tutti molto corti, Ron Paul viaggia intorno al 10% in terza o quarta piazza. La cosa più importante è convincere gli scettici che quello verso Paul non è un voto perso, che insomma si fa sul serio: in questo senso, anche un terzo posto sarebbe un ottimo inizio. GO RON!