Non sono un politologo nè un sociologo, di teorie sul comportamento degli elettori o sulla formazione delle preferenze nel voto a maggioranza so poco o nulla, pertanto mi trovo in notevole difficoltà ad analizzare i risultati del New Hampshire.
A naso, un elettore razionale dovrebbe formulare le proprie decisioni massimizzando la sua utilità, essendo vincolato da costi sia di tipo materiale che di tipo informativo. Ora, massimizzare la propria utilità dovrebbe portare un elettore a votare per il candidato le cui proposte sono più vicine alle sue idee o necessità socio-economiche, mentre affrontare i costi del voto vuol dire sopratutto spendere tempo e consumare le suole delle proprie scarpe per andare a votare, e principalmente cercare le informazioni necessarie per giungere ad un voto mediamente consapevole. In uno schema del genere poi le complicazioni sono notevoli, e riguardano tra le altre la composizione dell'"offerta" di canditati, ed il forte disincentivo a partecipare che è generato dall'incoerenza dei candiati stessi e dalla scarsa rilevanza marginale che viene imputata al singolo voto negli attuali sistemi democratici.
Con questo povero bagaglio strumentale mi sono messo a riflettere su quanto accaduto finora negli USA e mi sono perso. In Iowa la gran parte degli elettori repubblicani è cristiano-evangelica, lavora nel settore dell'agricoltura sussidiato con enorme generosità dal Congresso, naviga poco su internet e utilizza massicciamente la tv come primo canale di informazioni al momento del voto. Ron Paul ha speso poco tempo e denaro in Iowa, proprio per le considerazioni di cui sopra, ed i sondaggi lo davano intorno al 4-5% fino a tre giorni prima dal voto. Il sistema di voto poi era particolarmente complicato, non dava grande spazio ai nuovi elettori e ai non iscritti al GOP essendo orchestrato in modo da essere gestito tutto internamente al Partito Repubblicano e ai suoi rappresentanti a livello locale. Ron Paul ha ottenuto il 10% dei voti, senza mai utilizzare la religione come strumento di raccolta del consenso, criticando come sempre l'assistenzialismo governativo, essendo ignorato perlopiù dai media, riuscendo nonostante la partecipazione record e il meccanismo del caucus a lui sfavorevole a piazzarsi a pochissimi voti dal terzo posto, vincendo nella Jefferson County e raggiungendo la doppia cifra.
Il New Hampshire è considerato stato libertario per eccellenza (LIVE FREE OR DIE), l'elettorato indipendente è la maggioranza, Ron Paul ha focalizzato molti dei suoi sforzi lì ed aveva il sostegno di pezzi non secondari del GOP. I sondaggi lo segnalavano intorno al 12-14 % incoraggiando la partecipazione di quelli che non davano molte chances a Paul pur sostenendolo, c'era il risultato dell'Iowa a dare "momentum" come si dice, un imponente stuolo di supporters spoentanei e una presenza sui media più consistente, con l'apparizione da Jay Leno il giorno prima a sottolinearlo. Il voto era facilmente accessibile ai repubblicani non iscritti, agli indipendenti e ai giovani che non avevano mai votato in precedenza. Il risultato è stato un 7,6 % che lascia parecchio l'amaro in bocca.
Una possibile (ma improbabile) spiegazione sta nella partecipazione altissima al voto che avrebbe diluito il consenso verso Paul, ma non si capisce perchè questo fattore dovrebbe agire in maniera opposta in New Hampshire rispetto all'Iowa. Forse a caldo è tutto più complicato ma mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse come siano andate le cose. Si potrebbe semplicemente concludere che l'elettore in realtà non sia affatto "razionale" nelle sue scelte, il che spiegherebbe tutte le incogruenze suggerite dal mio ragionamento, la preferenza verso candidati che dell'incoerenza hanno fatto qualità, e tutte le altre ambiguità sull'effetto dei sondaggi prima del voto, sull'esposizione mediatica e tutto il resto. Se fosse così, poi, anche il fattore Chuck Norris acquisirebbe tutta un'altra rilevanza. Che qualcuno risolva il rompicapo, grazie.
13 commenti:
caro gerontion, semplicemente non avevamo fatto i conti con il fatto CHE QYìUA E' TUTTO TRUCCATO. e non parlo solo della politica. ma qui cosa stiamo pensando che uno che vuole abolire la federal reserve ( ergo il signoraggio bancario) possa vincere? ma l'elitè del potere non lo farà maivincere e se mai avesse il 40% dei voti, come dire: il suo aereo per un guasto cadrebbe...
a me sembra molto chiaro...
ma lo scopo di ron non è vincere, ma quello di spargere idee a macchia d'olio...
del resto solo con la maggioranza ( assoluta) si può vincere...se non usi l'inganno
ciao
(...)
ho visto paul nel suo quartiere generale dopo i risultati, entusiasmo alle stelle e molta commozione, con la gente a gridare a scuarciagola "END TO FED! END TO FED!"... spero sia solo l'inizio di qualcosa d importante come ha detto nonno Ron, comunque vadano le cose.
Che bello, tornare a casa e trovare già pubblicato il post che avevo in mente di fare, solo scritto e pensato meglio :-)
Non so davvero cosa dirti. Tra l'altro McCain mi sembra il candidato antilibertario per definizione.
Se ci hanno preso per il cuculo dobbiamo riconoscere che lo hanno fatto proprio bene!
Guarda, mai negli States degli ultimi decenni tematiche libertarian erano state discusse così tanto e così ad alto livello. Ron Paul è stato parecchio osteggiato dai media tradizionali, ciò nonostante un 8% dell'elettorato (in media e finora) ha dimostrato di credere che un cambiamento in tal senso sia possibile. Adesso tutto sta a coltivare questo seme, e far sì che le tematiche libertarian non ritornino ad essere argomento elitario del piccolo Libertarian Party ma rimangano nell'agenda politica anche dei due partiti più grandi, ed anche a livello dei singoli stati, a livello comunale, e così via.
Poi, lo so, ci speravamo un po' tutti in un miracolo (me compreso), ma obiettivamente, le chances erano poche; e non dimentichiamo che i primi di novembre, Paul era attorno al 4% in tutti i sondaggi, quindi un passo in avanti notevole è stato fatto.
Forse gli States sono maturi per un presidente nero, ma non per un presidente libertarian. Ma senza la gente che si impegna anche quando la battaglia è tutta in salita, non si arriverebbe mai a nessun risultato. Voglio dire, ai tempi di Marthin Luther King un presidente anche solo mulatto era impensabile. Adesso non più. Grazie ai tanti che in quarant'anni si sono impegnati in questo senso. Magari fra quarant'anni, un presidente libertarian puro guiderà la nazione più potente del mondo( I have a dream). Ma questo non succederà mai senza l'8% conquistato oggi e "coltivato" gelosamente. Che solo 4 anni fa era uno 0% (non dimentichiamo questo particolare).
E poi, in fondo, sono primarie, tutto è ancora possibile.
ciao
Invi dice cose molto ragionevoli come sempre.
Tuttavia questo non risolve il mistero del NH. Incomincio a credere che la macchinazione di The new repubblic abbia avuto il suo peso.
Quattro cose.
1) Il NH che descrive Gerontion è quello degli anni Ottanta. Ormai da qualche anno le dinamiche demografiche dello stato sono cambiate (immigrazione massiccia dal Massachusetts?), tanto che l'unico red state del New England è diventato sempre più purple e adesso scivola verso un blu acceso (vedi elezioni del 2004 e del 2006).
2) La macchinazione di TRN ha avuto il suo peso, come anche la netta presa di distanza di Reason nelle ultime ore.
3) I caucus dell'Iowa saranno pure affascinanti, ma prendere l'Hawkeye State come misura del consenso elettorale di chicchessia è, semplicemente, folle. Evidentemente il livello di supporto per il Dr. Paul è più basso di quello che alcuni (me compresi) si aspettavano.
4) Gli "indipendenti" (che in NH sono il 40%) non possono essere semplicemente sovrapposti ad un elettorato con tendenze, anche vagamente, libertarian. Nel caso del NH, poi, le dinamiche di quel segmento elettorale sono particolarmente complesse (e molto diverse da quelle di 10-15 anni fa).
2) ma ora in Texas vinceremo alla grande o anche lì le cose non sono più come una volta?
(lo dicevo io che i Bush hanno distrutto l'America!)
:-)
ehm ehm...
http://italians4ronpaul.blogspot.com/2008/01/si-cominciano-trovare-i-voti-rubati-ron.html
@ a.man:
tutte ottime osservazioni, in effetti, che spingono a ritenere che il consenso verso paul sia più basso di quanto previsto qui e negli ambienti paulisti. ma di fondo rimangono pareckie incogruenze nel comportamento dell'elettorato che forse più in là saranno maggiormente decifrabili.
x qnt concerne i brogli, il dubbio maggiore sulla regolarità della votazione viene dall'exploit clinton, quasi meglio del prodigioso recupero di Thompson in Iowa, 7 punti percentuali almeno in una sola notte... Anyway, su le maniche x il michigan adesso, mica è finita qui! è solo l'inizio!!
Ho avuto subito le stesse perplessità di Gerontion: le aspettative erano di raggiungere almeno il terzo posto e almeno il 15%. Invece ha fatto la metà.
Delle considerazioni di Mancia, credo che l'unica veramente rilevante sia la prima (e -forse- la seconda parte della terza), il fatto che l'elettorato paulista sia così influenzabile nel giro di pochi giorni (per poi votare chi? Huckabee?) mi perplime anzochenò.
Evidentemente non è il New Hampshire che idealizzevamo.
Nonostante il mio spiccato idealismo (di cui è permeato il commento di su), rimango perplesso sull'ipotesi brogli. Hillary Clinton ha recuperato 7 punti, è vero, ma stando ai sondaggi (e quindi stando al niente). Probabilmente il campione usato dai sondaggisti era volta a volta drogato dall'Obamania, dalla Paulmania subito dopo le money bomb, e così' via (se Giuliani fa un pessimo risultato in Florida, i sondaggi lo danno per disperso e poi stravince nel SuperMartedì, pensiamo subito a brogli anche lì? Dai su...). Obiettivamente 31 voti in meno non contano una ceppa. Che sia una brutta storia è indubbio, e dovrà essere vagliata attentamente. Ma da qui a considerarla come causa del risultato basso ce ne corre. Forse abbiamo anche sopravvalutato un po' troppo la potenza di internet. Insomma, di cause concrete ce ne sono a bizzeffe da analizzare.
Neanch'io credo ai brogli. E' difficile farli alle primarie senza che nessuno si accorga.
Mah...secondo me invece i brogli in qualche misura ci sono sempre stati e sempre ci saranno; la democrazia è un broglio :)
Tutto sta nel capire quanto hanno inciso i brogli questa volta, se si tratta solo di 31 voti o più. Tenete presente che i voti che ci separano da Giuliani sono veramente pochi.
Comunque tenendo conto che buona parte dell'elettorato paulista è cospirazionista per natura, non possiamo di certo dirci sorpresi di queste voci.
Il problema è che non abbiamo tempo e soldi da perdere, il NH è andato e dobbiamo guardare oltre.
Io insisto purtroppo sul punto 2, perchè sono davvero tanti gli indipendenti che sono cascati in questa bufala.
Per dovere di cronaca dico anche che molti libertari americani non sono molto entusiasti di Paul in generale, alcuni dicono addirittura che non sia un vero libertarian ma solo un conservatore "costituzionalista". Ma non credo che questo abbia inciso, perchè altri candidati libertarian di successo in Nh non ce ne sono stati.
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