Che succederebbe se un deputato del Pdl o di un altro partito chiedesse a gran voce l' abolizione della Banca d' Italia e, in attesa di questa "rivoluzione", pretendesse l' invio di ispettori esterni nell' istituto guidato da Mario Draghi? Nella migliore delle ipotesi l' onorevole verrebbe sbeffeggiato, messo in disparte e poi trombato alle elezioni. Negli Stati Uniti, invece, le posizioni del genere sostenute dal parlamentare texano Ron Paul irrompono nello show televisivo di Jon Stewart (uno dei più seguiti tra i giovani), vengono discusse dai maggiori quotidiani e trasformano "End the Fed" (Sopprimere la Federal Reserve), l' ultimo libro dell' uomo politico, in un vero bestseller. Dopo due settimane è già tra i primi dieci delle classifiche nazionali. "Il mio vero obiettivo è difendere le libertà personali che sono minacciate dal peso crescente dello stato e dal ruolo della Fed", spiega Ron Paul, 74 anni, che siede nelle file repubblicane del Congresso da più di vent' anni e si è stato candidato alle ultime presidenziali proprio per difendere i valori di un liberalismo libertario. E' uomo di destra, ma sicuramente sui generis: ha votato contro la guerra in Iraq, ha criticato le leggi antiterrorismo di Bush, è favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere. In materia economica è un nemico giurato del "big government", cioè del ruolo crescente dello stato, e soprattutto della Fed che considera un organismo dannoso perché produrrebbe inflazione stampando denaro, disincentiverebbe il risparmio e impedirebbe al sistema capitalista di autoregolarsi. Si può sorridere di fronte a questa filosofia di Ron Paul e al suo desiderio di ancorare nuovamente il dollaro all' oro. Gli si può obiettare che le banche centrali hanno sempre avuto un ruolo importante nell' attenuare le conseguenze della recessione e che in questa ultima crisi è stato proprio il contributo della Fed di Ben Bernanke a evitare un tracollo sistemico. Del resto nelle ultime riunioni finanziarie di Pittsburgh e Istanbul si è avviata una strategia di rafforzamento dei controlli pubblici e di maggiore coordinamento. Ma queste risposte non basterebbero a convincere Ron Paul e i suoi seguaci, che in questi mesi organizzano manifestazioni contro i salvataggi delle imprese e proteste davanti alle sedi della Fed, con la richiesta (improbabile) di una ispezione nel palazzo di Bernanke. L' importante è comunque capire che, anche nell' era Obama, gli Stati Uniti sono attraversati da correnti di pensiero molto diverse da quelle che si manifestano in Europa. L' antistatalismo continua ad avere una certa presa nell' opinione pubblica (Paul arrivò terzo nelle primarie del New Hampshire) e condiziona la politica in senso moderato, come nel caso della riforma sanitaria.
ARTURO ZAMPAGLIONE per Repubblica
(grazie a thediamondage per la segnalazione)
1 commento:
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