27 dicembre 2007

Aggiornamento

Si avvicina il voto in Iowa e New Hampshire e i sondaggi cominciano a segnalare Ron Paul in doppia cifra. Le differenze tra i candidati sembrano minime, McCain in risalita sopratutto in New Hampshire, Giuliani ko, Thompson sparito, Romney e Huckabee in testa. Scenari improbabili solo un mese fa. L'incertezza regna sovrana. Sondaggi a parte, Ron Paul continua a crescere, i media lo ignorano a fatica, stiamo a vedere che succede il 3 Gennaio. Intanto, il nuovo obiettivo di fund raising è di 20 milioni entro fine anno che come biglietto da visita per i giorni decisivi dei caucus di Gennaio e Febbraio non è niente male. Senza prenderci dall'entusiasmo, segnalo un paio di articoli piuttosto (forse troppo) incoraggianti. Questo, secondo il quale Paul uscirà vincitore in Iowa; e questo, secondo il quale Ron Paul sarà il candidato repubblicano nel 2008 nonchè il prossimo Presidente degli Stati Uniti d'America (!). Entrambi fanno leva sulla distribuzione geografica omogenea del consenso verso nonno Ronald, sulla trasversalità di tale consenso anche negli stati liberal e democratici, sull'organizzazione e la passione dei sostenitrori della r3volution, sui bigliettoni verdi raccolti e sulla qualità della campagna elettorale di Paul rispetto ai rivali repubblicani e democratici. Tutto giusto, tutto secondo logica, ma a volte la logica è assai distante dalla realtà. Dategli un'occhiata, ne vale la pena. Se non siete ferratissimi con l'inglese vi consiglio di diventare CT della nazionale britannica...

22 dicembre 2007

Buone feste!




Non abbiamo aggiornato molto in questi giorni, ma come dice Ron, dobbiamo anche fare una pausa per passare più tempo con i nostri cari durante il periodo festivo! :-)

Buone feste e buon anno a tutti!

17 dicembre 2007

Tre video post Tea-Party.



La notizia della money bomb data dalla CNN. Notare lo scandaloso headline: "money for nothing".



Leonardo Facco (Movimento Libertario) sul caso Paul.



Questo non è "post", è molto "pre", ma è un'autentica chicca. Ron Paul candidato liertario nel 1988 predice la bancarotta dell'Urss. E se tanto mi dà tanto...

16 dicembre 2007

Teniamoci aggiornati



Inserisco questo bannerino, sempre mutuato da Steve, che ci aggiornerà in tempo reale sulla money bomb. Buon tea party a tutti.
Ps: nel giro di quattro ore è già stato raccolto un milione. Poco? Considerate che è lo spazio temporale che va da mezzanotte alle quattro, ora di New York.

Uno contro tutti (Repubblicani Big Government)

Steven Gordon è una delle fonti migliori per news e voci di corridoio su Ron Paul. Traduco uno stralcio di un suo post apparso ieri che ben spiega la partita che si sta giocando all'interno del partito repubblicano. Tempo, voglia e capacità mi fermano qui ma chi legge l'inglese può trovare l'articolo completo qui.
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Scrive il Wall Street Journal: "Mr Paul dimostra che nei cuori di molti elettori republicani c'è ancora un credo residuo in tasse più basse e governo più ridotto, con più diritti federali e individuali, quando ormai la maggior parte della rappresentanza repubblicana si muove in direzione del big government nel nome di un conservatismo compassionevole."
Se io fossi un coroner incaricato di stabilire la data della morte del Partito Repubblicano, direi il 9 Novembre 1994, il giorno dopo che la Rivoluzione Repubblicana instaurò una nuova maggioranza nel partito. Il Partito Repubblicano non era semplicemente a conoscenza [finora, ndr] di essere già stato sconfitto da mortale morbo politico: la ricerca del potere assoluto.
Ad essere franchi, ci sono pochi dinosauri fissati con la costituzione abbandonati all'interno del partito, da qui l'etichetta di paleo conservatori. Quel partito del governo limitato è morto e anomalie come Ron Paul posso essere confrontati al fenomeno post-mortem della crescita delle unghie o dei capelli.
Fatta l'eccezione di Paul, sembra che conservatori decideranno tra due teologie: Battisti del Sud e Mormoni. Non importa che entrambi i candidati [cioé Huckabee e Romney, ndr] abbiano una lunga storia di interventismo governativo nei nostri portafogli, nella politica estera e nei temi sociali.
Questa elezione vedrà Ron Paul scontrarsi contro una lunga lista di repubblicani statalisti. Se Ron Paul dovesse vincere le primarie repubblicane, ciò proverebbe che io sono al torto e che che Frank Meyer ha ragione: se qualsiasi altro candidato vince, il marchio di fabbrica dei repubblicani sarebbe a ragione: il partito del Big Government.
Se il vincitore sarà Huckabee, il nuovo marchio del Gop sarà verosimolmente: il partito del Big Theocratic Government. Diventerà evidente a tutti che il fusionismo ha fallito e che l'unico posto dove sarà fondato il nuovo corso del Gop è sulla lapide del partito.
Ovviamente, da Libertario, dò il benvenuto a questa conclusione della morte dolorosa del partito.
Nota finale: trovo ancora ironico che il partito del "Conservatismo Compassionevole" e dei supposti valori cristiani supporti attivamente la tortura.

15 dicembre 2007

La "Festa del Tè"



















Con il nome di "Tea Party" è rimasta famosa la sommossa che nel 1773 diede l'avvio alla rivoluzione con cui le 13 colonie americane si conquistarono l'indipendenza dall'Inghilterra.

A metà del 1700 le colonie avevano già delle proprie leggi, ma il governo inglese manteneva la piena giurisdizione nel settore economico e sui commerci. Nel 1763 il governo di Londra impose alle colonie nuove fortissime tasse, una delle quali colpiva le importazioni di tè. I coloni, stanchi di essere sfruttati, reagirono con la forza. Il 16 dicembre 1773, a Boston, un gruppo di accesi sostenitori dell'indipendenza, travestiti da indiani, salì a bordo di una delle navi britanniche ancorate nel porto e ne gettò in mare il suo carico di tè. Il fatto segnò l'inizio della Rivoluzione, che nel 1783 avrebbe portato all'indipendenza americana.

In questo giorno storico, il candidato alle presidenziali Ron Paul, ha chiesto ai cittadini americani che ancora credono nei valori della Rivoluzione Americana di contribuire alla sua campagna, con l'obiettivo di sfondare il record delle donazioni in un solo giorno, arrivando a 10 milioni di dollari. Oggi come allora si combatte per la libertà: economica innanzi tutto, in quanto l'obiettivo di Ron Paul è opporsi alla "inflation tax", incostituzionale ed oppressiva, causata dal Governo Federale e dalla sua spesa pubblica fuori controllo, anche per colpa di una dispendiosa quanto inutile guerra, ed a causa dei costi del Patriot Act, legge che minaccia la libertà di ogni cittadino americano.

InVisigoth


14 dicembre 2007

Ron Paul R3volution a Roma, 16 Dicembre

Il Tea Party di Domenica anche in Italia. Un meet-up organizzato a Roma invita tutti i ronpaulisti della capitale (e non solo) ad un incontro presso il Caffè Greco, vicino Piazza di Spagna, ore 14. Per aderire qui, per maggiori info qui. Like a prairie fire...

11 dicembre 2007

Ron Paul intervistato da Business Week

"A 72 anni, Ron Paul è un fenomeno della rete. I dati dalla sua campagna per le primarie dicono che qualcosa come l’80% dei 17 milioni di dollari raccolti negli scorsi dodici mesi - compresi i 4,3 milioni raccolti nel solo 5 novembre (Guy Fawkes Day) – provengono da supporters on-line. E secondo un sondaggio di metà novembre, il pretendente alla nomination repubblicana sta guadagnando molto terreno in New Hampshire, sebbene ancora segnalato sotto il 10%.
Come i candidati indipendenti Howard Dean nel 2004 e Ross Perot nel 1992, Paul sembra essere in simbiosi con tutti gli elettori in cerca di posizioni non di maniera. Paul, un ginecologo per dieci anni rappresentante al congresso per il Texas, ha votato contro l’intervento in Iraq ed è favorevole ad un ritiro immediato delle truppe, ma sono le sue idee sull’economia ad essere davvero radicali: detesta la Federal Reserve e vuole abolire l’IRS. Ho intercettato Paul in procinto di partire per la South Carolina:

D: Da Presidente, come rafforzerebbe l’economia Usa?
R: La cosa più importante è riprendere il controllo del bilancio, perché più spendiamo, più il deficit cresce, più saremo costretti ad alzare le tasse, fare prestiti e inflazionare il dollaro - creando dal nulla nuovi crediti per comprare i buoni del tesoro. Abbiamo bisogno di ricostruire fiducia nella nostra moneta prima che il suo declino diventi inarrestabile. Il settore in cui è più semplice tagliare le spese è oltremare, perché ci sta fortemente danneggiando, mettendo a repentaglio la difesa nazionale e dissestando il budget. Inizierei a risparmiare miliardi di dollari rinunciando a difendere i possedimenti dell’Impero Americano. Porterei le nostre truppe a casa, non solo dal Medio Oriente ma anche dalla Korea, il Giappone e l’Europa, risparmiando a sufficienza per ridurre drasticamente il deficit. In questo modo, potremmo ripagare i nostri debiti e avere cura degli americani qui, ristabilendo un clima di fiducia.

D: Quale sarebbe il più importante cambiamento?
R: Fare in modo che il governo federale torni a vivere nelle sue possibilità e impedire alla Federal Reserve di continuare a creare moneta.

D: E questo cosa implica?
R: Implica niente più inflazione. Se la Fed terminasse di creare moneta dal nulla - cosa che fa soprattutto per finanziare il deficit - si potrebbe ristaurare la solidità del dollaro e riprenderci il nostro potere d’acquisto.

D: Ma il Presidente non può minare l’indipendenza della Fed. Suggerirebbe alla Fed di non stampare più altri dollari?
R: Sa, questa idea che venga creata una banca privata e che le si permetta di agire indisturbata, venendo ogni tanto innanzi al Congresso o all’Executive Branch senza neanche dirci quello che fanno veramente, per me è un bel problema. Faccio parte della Commissione banking del Congresso e non posso neanche partecipare alle riunioni del board della Fed nelle quali si decide la politica monetaria. Io sono per un governo aperto, e per certo anche la Fed dev’essere aperta. Il punto è che si tratta di un’istituzione che non dovrebbe esistere! Finanziando il governo permette che questi si allarghi irresponsabilmente, ed è questa la causa della spesa impazzita per mantenere il nostro welfare e warfare.

D: Ma la Fed, ad esempio, non è stata efficiente nel fornire liquidità durante l’ultima crisi finanziaria?
R: Giusto, ma è come se si trattase di un tossicodipendente che chiede una dose maggiore altrimenti sarà preda delle convulsioni: così l’economia sarebbe stata oggetto di convulsioni se la Fed non avesse iniettato liquidità nel sistema. Ma continuando così il problema non fa che peggiorare. Non si può risolvere il problema dell’inflazione monetaria con altra inflazione monetaria; tutto ciò è stato creato dal nostro governo e dalla Banca Centrale.

D: In che modo il governo è responsabile della recente crisi del credito?
R: Era sbalorditivo avere un’ipoteca con il 4% di interesse, e questo era possibile perché la Fed aveva artificialmente creato moneta e abbassato i tassi, facendo fare investimenti errati ai costruttori ed ai consumatori, che contrattavano prestiti per comprare case che non potevano permettersi.

D: Come cambierebbe la politica fiscale?
R: Come obiettivo, abolirei la tassa sul reddito. Nel frattempo, darei ingenti deduzioni a chiunque voglia prendersi cura da sé della propria salute e della sua istruzione, farei in modo che il governo esca dall’organizzare la sanità e la scuola, e questo sarebbe possibile cambiando le regole fiscali. C’è una mia proposta che è molto popolare, soprattutto per quelli che stanno frequentando l’università o che hanno difficoltà a sbarcare il lunario, e cioè esentarli dalle tasse sugli straordinari. Quelli che hanno un primo o un secondo lavoro e intanto fanno altre cose sono spesso perseguitati dalle regole e dalle tasse del governo, e finiscono per pagare imposte in misura maggiore di quanto ottengono con gli straordinari. Proseguirei abolendo tutte le tasse per coloro che frequentano l’università. Perché li tassiamo, rendendo loro le cose più complicate, e poi facciamo loro prestiti? Non ha senso.

D: Chi sono i suoi consiglieri economici?
R: Non ne ho. Leggo i testi della scuola austriaca, cosa che ho fatto negli ultimi 30 anni. Perciò i miei consiglieri sono Von Mises, Hayek e Sennholz.

D: Si considera un amico o un avversario di Wall Street?
R: Se credono nel libero mercato, nella libertà, nella moneta forte, allora mi ameranno. Se invece amano stampare soldi dal nulla, allora mi considereranno una minaccia. Sono una delle tre persone che ha votato contro il Sarbanes-Oxley in quanto pensavo fosse dannoso per Wall Street. Proporrei di abrogarlo.

D: Lei vuole portare via dall’Irak le nostre truppe, ma cosa pensa dell’Iran? Cosa fare se una nazione diventa ostile verso l’America?
R: Mi comporterei sulla falsariga di quanto fatto con i sovietici. Negli anni ’60 ero nell’esercito come medico dell’aviazione quando i russi erano a Cuba, con 40000 testate nucleari e missili ad alta precisione, e non c’è stato bisogno di combattere. Non c’è stato bisogno di alcuna invasione. Di fronte alla minaccia terroristica non risolviamo il problema se non riusciamo a capire perché ci attaccano; e non lo fanno perché siamo liberi e ricchi, altrimenti dovrebbero prendersela anche con la Svizzera, il Canada o la Svezia. Ce l’hanno con noi perché abbiamo occupato la loro terra, e anziché cambiare politica estera dopo l’Undici Settembre abbiamo peggiorato le cose, invadendo altri due paesi e rendendone ostile un terzo. Come potrebbero non avercela con noi? Sarebbe bizzarro. Abbiamo messo il naso nei loro affari per 50 anni, abbiamo rovesciato un governo democraticamente eletto in Iran nel 1953, eravamo alleati di Saddam e lo abbiamo incoraggiato ad invadere l’Iran. Sa, se io fossi iraniano sarei quantomeno disturbato da tutto ciò. Se riuscissimo a cambiare la nostra politica estera potremmo contenere i danni.

D: Lei ha un enorme seguito, cosa spinge il crescente interesse attorno la sua candidatura?
R: Credo che la gente sia stanca e disgustata da quello che sta vivendo, ha perso qualsiasi fiducia nel governo. La gente crede nel Sogno Americano e sta assistendo ad un incubo, così sostengono il programma su cui lavoro da 30 anni – difendere la Costituzione, governo limitato, libero mercato, dollaro solido, indipendenza. Sono convinti che possano avere cura di sé meglio di quanto possa fare il governo: lo Stato Balia non funziona, lo Stato Poliziotto non funziona, e neanche lo Stato di Guerra funziona. E loro lo sanno".

(qui l'originale.)

10 dicembre 2007

Ron Paul terzo in Delaware e Iowa!

Delaware

Il sondaggio è stato condotto tramite email tra il 4 e il 6 Dicembre 2007, su un campione approssimativo di 500 intervistati. La maggior parte di essi è registrata con i repubblicani in Delaware, alcuni con i Democratici, altri sono Indipendenti.
Agli intervistati è stata data una lista di candidati in ordine alfabetico. La lista includeva tutti i Repubblicani registrati che avevano annonciato la lora candidatura alla presidenza, così come quelli che hanno formato comitati elettorali. Non sono stati inclusi coloro che hanno pubblicamente rinunciato alla corsa per le presidenziali.

Di seguito i risultati del nono sondaggio delle primarie repubblicane del Delaware:

Mike Huckabee 25%
Rudy Giuliani 21%
Ron Paul 15%
Mitt Romney 13%
Fred Thompson 11%
John McCain 6%
Newt Gingrich 2%
Duncan Hunter 1%
Alan Keyes <1%
Tom Tancredo

Iowa



E' il "buon" Alan Colmes a dare la notizia (a me in fondo sta simpatico).

Segnalato da Andrea Luchi.

9 dicembre 2007

Il partito libertario vuole Ron Paul

Ron Paul ha dichiarato in diverse occasioni di non volere candidarsi come indipendente, nonostante un grossa percentuale dei suoi sostenitori desiderino il contrario.
La novità del giorno è che il Comitato Nazionale del Partito Libertario (il più longevo e votato tra i third parties americani) nel corso di un meeting si è appena tenuto a Charleston, South Carolina ha votato una mozione che invita Paul a cercare la nomination libertaria "qualora" non riuscisse ad ottenere quella repubbicana.

Qui la notizia originale

6 dicembre 2007

Ron Paul contro il global warming

Da un lato c'è Al Gore e la sua "verità scomoda" (in realtà una balla comodissima per il governo), dall'altro Paul e la prova dei fatti. "Ci sono molti posti, come la Groenlandia, dove la superficie ghiacciata sta aumentando. Il mio avvertimento è questo: ascoltare sempre le due campane, tenendo presente che c'è qualcosa che conviene per gli investimenti."

Questo è il video, lo trovate al minuto 4' 10".



Ed ecco le rilevazioni dell'ente spaziale europeo.

P.S: Da non perdere l'elogio della Svizzera "Grande paese, nessuno sa chi è il presidente"

5 dicembre 2007

Solipsismi

Abbiamo ricevuto l'in bocca al lupo ufficiale dal Sindaco di Tocque-Ville, che ringraziamo anche per lo spazio concessoci in home-page. Nel post ci si definisce diversi dai ronpaulisti solipsisti che "fanno finta di credere che Ron Paul potrebbe davvero avere qualche chance in un match-up con "Billary"”. Uhm, a dire il vero non lo so, non so quanto siamo lontani da questi isolati solipsisti.

E’ vero, è una battaglia ideologica questa ma diamine è prima di tutto una campagna per le presidenziali americane! Altrimenti ci stiamo prendendo in giro. E’ ovvio che ci sia una componente direi quasi psicoanalitica nel nostro appoggio a Ron Paul, una sorta di auto convincimento inconscio che ci sia la reale possibilità della rivoluzione, nonostante difficoltà e probabilità siano più che proibitive. Ma essere razionalmente consapevoli che qualche reale opportunità ci sia, beh mi pare doveroso, non fosse altro perché reale è il fund-raising da record, reale è il trend nei sondaggi, reali sono i numerosissimi americani che stanno lavorando da volontari, reale è il casino che si è messo su in giro per il mondo. Condurre una battaglia che non si è convinti di poter in qualche modo vincere sarebbe un insulto al tempo, ai soldi e alla dignità di tutti quelli che stanno lavorando per farcela.

E poi, sarò forse ingenuo ma sono convinto che il vero ostacolo al successo di Ron Paul non sarebbe uno scontro con ”Billary”, che si potrebbe surclassare in scioltezza, i veri problemi sono vincere le primarie del GOP ed eventualmente restare in sella alla Casa Bianca dopo la vittoria. Se infatti nonno Ronald dovesse spuntarla, una delle prime cose che cercherà di fare sarà abolire la Federal Reserve, ed a quel punto ho il timore che qualche novello Lee Oswald potrebbe saltare fuori a riscrivere gli eventi...

A proposito, nello stesso post ci si consiglia di stare in guardia da potenziali intrusi cospirazionisti in questo nostro aggregatore; per come la vedo io, se tra qualche anno avremmo finalmente sciolto tutti i nodi che ancora avvolgono la versione ufficiale circa quanto successo l’11/9, scoprendo che i complottisti sbagliavano, un decisivo contributo al raggiungimento della verità sarà stato fornito anche da chi aveva cercato altre risposte. Uno che ne sapeva più di tutti noi messi assieme una volta scrisse: "Quando è permesso di confutarli liberamente, gli errori cessano di essere pericolosi".

4 dicembre 2007

Anche Barry Goldwater vota per Ron Paul \2

Ieri parlavo di Barry Goldwater Jr. e del suo sostegno a Ron Paul, e proprio ieri su Youtube hanno messo il suo video. Potevo non postarlo?


3 dicembre 2007

Anche Barry Goldwater vota per Ron Paul

Ho sempre pensato che Paul fosse il primo, vero tentativo di rivincita di Barry Goldwater.

E infatti anche Barry Goldwater jr. , figlio dell'ex candidato alle Presidenziali del 1964, ha annunciato di sostenere la candidatura di Ron Paul :

“America is at a crossroads. We have begun to stray from our traditions and must get back to what has made us the greatest nation on earth or we will lose much of the freedom we hold dear. Ron Paul stands above all of the other candidates in his commitment to liberty and to America.”

“Leading America is difficult, and I know Ron Paul is the man for the job"

Fonti: Ron Paul 2008,
Libertarians For Ron Paul

2 dicembre 2007

SkyTg24 America 2008

Per l'interessantissima trasmissione di SKY TG 24, in onda in questi minuti, Ron Paul sarebbe sesto nei sondaggi effettuati a livello nazionale sulla nomination repubblicana; considerato il meno "repubblicano" ( capite la scarsa conoscenza dei media italiani ) del lotto, "si evidenzia per le sue originalissime posizioni, che ne stanno facendo un vero e proprio caso".

Corto